Nell’UE si naviga a vista

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segretario generale Fismic Confsal e vice presidente CESI

Diventa fondamentale il ruolo dei sindacati
Il segretario generale Fismic commenta lo scenario internazionale
Nell’Ue si naviga a vista

L’attuale scenario internazionale, spaventa e genera riflessioni , anche sul versante europeo che è in una fase di svolte e cambiamenti.

Il segretario generale nazionale della Fismic Confsal Roberto Di Maulo commenta: “Momento di grande instabilità internazionale, di grande definizione di nuovi assetti geopolitici a livello mondiale. Il fallimento del recente vertice g7 canadese e il successivo incontro di Trump con Kim Jong-un, disegna delle nuove direttrici che vedono prevalere in maniera significativa un nuovo asse pacifico che esclude il Giappone e comprende Cina e Russia, oltre agli Stati Uniti e probabilmente il tramonto dell’asse atlantico che dal finire della seconda guerra mondiale ha governato gli equilibri del mondo.

In conseguenza a questo, l’Europa si trova in una fase di grandi cambiamenti, con la minaccia di dazi più consistenti di quelli finora solo accennati sull’esportazione di alluminio e acciaio e con dall’altra parte ancora vive le sanzioni della Russia.”

E a proposito dell’Europa, la lente di ingrandimento evidenzia le conseguenze post Brexit, prosegue infatti Di Maulo: “C’è da sottolineare che la Gran Bretagna da una parte, e il Canada dall’altra, si trovano in un momento contingente ancora peggiore dell’Europa Continentale, essendosi la Gran Bretagna preclusa con la Brexit, la possibilità di un’area di libero scambio con gli altri paesi europei che sarebbe stata più utile, nel momento in cui lo storico alleato americano sembra aver chiuso una storia che durava da molto tempo.”

Ma un’altra preoccupazione giunge invece proprio dal nostro Paese, alle prese con un cambio di rotta proposta dal nuovo Governo insediatosi poco più di due settimane fa. E di cambio di rotta si parla nel senso letterale del termine, poiché a essere sotto i riflettori è la chiusura da parte dell’Italia all’accoglienza alla nave Acquarius. Afferma Di Maulo: “Mentre sono in corso la definizione di nuovi equilibri internazionali, il nuovo Governo italiano con la nota vicenda della nave Acquarius, cerca di ritagliarsi una posizione internazionale divenendo alleata di fatto dei Paesi del gruppo “Visegrad” che in realtà sono gli stessi Paesi che hanno rotto la politica comunitaria sulla ripartizione equa degli immigrati, rifiutando anche di accoglierne soltanto uno.

L’Italia di Salvini cerca di allearsi con quelli che hanno creato il problema, rifiutando nelle ultime settimane di rinegoziare il Trattato di Dublino e mandando a monte una politica comunitaria che poteva alleviare l’Italia dal peso costituito dall’immigrazione.

Non c’’è solo la questione dei migranti che pure sollecita un ruolo centrale nell’impatto emotivo del nostro Paese, ci sono anche soprattutto delle importanti scadenze economico e sociali che attendono al varco il nostro Paese nella definizione del ruolo che esso avrà nell’Europa che viene avanzando. “

Sul versante economico e politico invece, la Fismic Confsal pensa che la situazione sia questa: “Da un lato c’è un’accelerazione costante verso la fine del quantitative easing che non può che fare scaturire ulteriori pressioni sul debito pubblico nazionale, sullo spread e sugli interessi che deve emettere il Paese per rendere appetibili i nostri titoli di Stato agli investitori. Per inciso ricordiamo che il nostro Paese deve emettere ogni anno oltre 500 miliardi di euro in titoli per sostenere l’economia e il peso del debito pubblico e che il nostro debito pubblico è posseduto in gran parte dalla Banca Centrale Europea e da investitori stranieri. Per sostenere tale livello di emissione, l’Italia ha pagato nel 2017, 75 miliardi di interessi passivi sui titoli e che ogni punto di crescita di interessi vale 5 miliardi di ulteriore indebitamento. Questo crea un circolo vizioso che rischia di portare rapidamente il Paese in default se non si accompagna da politiche di riforma strutturale che incidano sul debito pubblico creando sviluppo.

Inoltre, sempre sul versante economico c’è da segnalare che l’Italia nel mese di maggio ha avuto per la prima volta dopo oltre un ventennio, uno spread negativo sui titoli della Grecia e che la Spagna nel 2018 ha scavalcato l’Italia nella creazione di ricchezza e che nei prossimi dieci anni la Spagna supererà il nostro Paese di ulteriori 7 punti, creando un divario a favore dei cittadini spagnoli rispetto a quelli italiani, di notevole quantità.

Dal punto di vista politico in Europa vanno definendosi sempre più una forte alleanza tra Macron e Merkel, che il recente fallimento del g7 non può che saldare ulteriormente. Disegna sempre più un nucleo forte dell’Europa a cui neanche la Spagna si candida autorevolmente di appartenere, e che comprende tutto il nucleo dei Paesi del Nord Europa a cui inevitabilmente si aggiunge anche il Portogallo, che nella storia ha sempre seguito le sorti dei paesi iberici. La politica populista del Governo italiano, mette quindi il Paese in una condizione poco invidiabile.

Potrebbero esserci due scenari, quello di un’alleanza con i paesi dei regimi autoritari del gruppo Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria) e parte dei Paesi balcanici, oppure quella di fare i parenti poveri del Mediterraneo insieme a Grecia, Malta e Cipro.”

E in questi scenari in balia del cambiamento, delle incertezze, delle preoccupazioni, il sindacato deve ricoprire un ruolo fondamentale, ai fini dell’occupazione. Afferma il leader della Fismic: “Il ruolo del sindacato europeo riformista e democratico in questo quadro, diventa ancora più importante, perché da sempre le organizzazioni sindacali, hanno sviluppato in Europa una politica tesa allo sviluppo, che favorisce l’occupazione ed una coesione sociale che mira ad accrescere i diritti dei popoli e che ha anche una forte consapevolezza che una politica di immigrazione regolata, rispettosa dei valori religiosi ma anche ancorata sui valori cristiani dell’Occidente, è oggi indispensabile se si vuole colmare il vuoto demografico esistente oggi in ogni Paese dell’Unione Europea ma soprattutto in Italia.

Le Organizzazioni sindacali e soprattutto quelle indipendenti come la CESI, possono giocare in questo quadro un ruolo fondamentale richiamando la Commissione Europea e lo stesso Parlamento, che sarà rinnovato a luglio 2019, a una politica rigorosa nei confronti dello sfruttamento e del lavoro nero. Possono essere trovate quelle risorse necessarie per dare risposte occupazionali alle decine di milioni di giovani che rischiano di rimanere per decenni privi di una posizione occupazionale buona e a una politica di risanamento delle periferie delle metropoli, troppo spesso lasciate al degrado e alla delinquenza. Inoltre, il sindacato europeo può e deve diventare punto di riferimento nella lotta contro il precariato e alla troppo forte ingiustizia sociale che coinvolge troppi strati della popolazione, creando le radici di un malcontento generale che alimenta populismo e sovranismo.”

Un sindacato dunque che non si limita alla visione soltanto del Paese ma abbraccia tutta l’Europa. Conclude infatti Di Maulo:  “Il sindacalismo autonomo indipendente europeo, ha nel proprio DNA questa linea politica poiché discende dal meglio della cultura liberale, cristiana e socialdemocratica, può e deve recitare un ruolo importante affinché la nuova Europa non abbia soltanto il segno vincente del capitalismo selvaggio senza regole, ma anche lo spirito sociale di Pari Opportunità, eguaglianza e di solidarietà dei popoli. Questa strada è segnata anche da iniziative come quelle prese in Italia dalla Confsal in occasione della manifestazione del 1° maggio a Napoli, perché manifestazioni come quella, rappresentano un forte argine contro la deriva del sovranismo che produce egoismo e fa vincere esclusivamente i più forti senza alcuna rete di tutela sociale ed economica per gli strati sociali più deboli.

Con questa impostazione di fondo e con questi forti convincimenti mi accingo ad essere eletto vicepresidente della CESI e mi impegno a lavorare insieme ai sindacati fratelli di tutta Europa, perché la nostra azione sia sempre più incisiva e rappresentativa e diventi un pungolo continuo nei confronti delle istituzioni europee.”

La Fismic Confsal abbraccia l’Europa e i suoi sindacati, cercando di restituire all’Italia il ruolo centrale che merita, aldilà di ogni opinabile scelta.

La Segreteria Nazionale della Fismic Confsal augura buon lavoro in Europa al Segretario Roberto Di Maulo e l’Ufficio Comunicazione si associa formulando i complimenti per il nuovo incarico.

Articolo su ItaliaOggi del 19 giugno 2018
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