IL SINDACATO NON è MORTO

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I temi del XVII Congresso nazionale della Fismic Confsal (04-05/12)
Il sindacato non è morto
Oggi più che mai cresce la tutela dei deboli

Una crisi dei valori. A questo il nostro Stato, i nostri anni, la nostra generazione sta assistendo. Uno sgretolamento di quella realtà costruita sull’impegno e il lavoro, sul rispetto e la lealtà, sul coraggio e l’indipendenza, uno sgretolamento che lascia spazio a chi viene comandato da false notizie, vuote ideologie, assenza di idee e ideali, sono gli anni di chi si culla su quanto vi è di solidamente costruito per poi lasciarlo cadere, senza aver curato quanto vi era a disposizione, dando per scontato la funzionalità del passato.

Questo ciò che verrà affrontato al XVII Congresso nazionale della Fismic Confsal nelle date 04-05 dicembre, un congresso straordinario parte del percorso congressuale delle federazioni della Confsal per arrivare al Congresso nazionale della confederazione che avrà luogo nel mese di dicembre. Tema centrale di questo percorso congressuale la persona e il lavoro.

“Il sindacato, il fare sindacato è per tutelare i più deboli. Un sindacato indifferente, o peggio che gioisce delle discriminazioni, non è degno di essere denominato sindacato. Qui si fa giustizia sociale, questo è quello in cui crediamo. Difendiamo le persone, i diritti e i valori. Questo il messaggio che diffonderemo forte e chiaro al nostro congresso e che condividiamo con la nostra Confederazione, la Confsal” dichiara il leader Fismic Confsal Roberto Di Maulo.

Oggigiorno, la crisi dei valori morali investe sia le relazioni interpersonali degli individui sia le loro scelte, inseguendo fantasmi effimeri portatori di speranze illusorie. Si inseguono il denaro, il successo, l’apparire in nome di un futuro incerto, rilegando i valori portanti della nostra società in scatole considerate inutili e obsolete. Si corre per vincere, si vince per apparire, spesso in solitudine puntando sulla propria astuzia e la propria velocità, senza guardare quanto lasciato alle proprie spalle, tralasciando ogni sorta di problema che potrebbe riguardare l’altro. Siamo dinanzi allo show del protagonismo e dell’egoismo, dove chi pensa per sé fa meglio. L’altruismo, la generosità, la lealtà, vengono abbandonate perché sembrano pesare come macigni e all’interno della nostra società distruggono quello che eticamente in Occidente è considerato “bene”. Poiché se i valori sono relativizzati al contesto socio culturale che ci circonda, dobbiamo rispettarli e/o considerarli per un vivere civile nella dimensione d’appartenenza, o d’accoglienza. Questo però non accade più. E così si diventa ciechi davanti al prossimo che sofferente approda nelle nostre terre, chiudiamo gli occhi davanti alle tragedie del nostro mare, si diventa sordi davanti alle richieste d’aiuto, si diventa muti laddove dev’esserci la difesa. Gettando tutto in un grande mare di indifferenza.

Mancano guide, orientamenti, strade battute così come manca la voglia di apprendere da chi più sa. Manca la tolleranza. Mancando la tolleranza in un non lontano futuro potrebbe mancare la pace. E proprio questa pace è alla base di quei valori che in questi anni l’Unione Europea ha portato con sé, che dalla sua esistenza vede il più lungo periodo di pace tra noi e i nostri stati vicini. Pace che è accompagnata dalla democrazia oggi ostruita, non solo dai caratteri populisti che incombono ma anche e soprattutto dalla fragilità delle alte cariche istituzionali determinando un grande e pericoloso vuoto all’interno della politica, dove potrebbero trovare spazio i germi del populismo e della demagogia. La mancanza di rappresentanza, infatti, rischia di portare i cittadini a credere in false ideologie nate da un consenso cercato sulla base di una società individualista.

“Il Sindacato, ed in particolare il Sindacalismo autonomo può rappresentare un valido antitodo alla disgregazione sociale, economica e di valori presente nella società odierna – afferma sempre Roberto Di Maulo- ma per farlo occorre che esso utilizzi coraggio, determinazione e testa per contrastare l’illusione sovranista che crea solo ulteriore isolamento, prima tra le nazioni, poi tra i ceti sociali all’interno delle Nazioni. Occorre rimettere al centro il valore della solidarietà, della società aperta, contro i troppi muri che si stanno erigendo intorno a noi”.

L’attuale crisi di valori coinvolge anche l’UE, ben attenta a non sgretolarsi, vessata e accusata diventando per molti nemica e obsoleta. Ma è la sua integrità che deve essere salvaguardata, ampliando inoltre i suoi poteri, portandola a essere un’Europa “dei popoli”, proprio per il ruolo da questa ricoperto negli ultimi settant’anni, garante di pace e uguaglianza. Valori e principi presenti anche all’interno della nostra Costituzione, insieme a una libertà ormai spesso osteggiata dall’intolleranza di molti “Bisogna smetterla di essere tolleranti con gli intolleranti” afferma il segretario generale nazionale della Fismic Confsal Roberto Di Maulo “rispondendo con la forza della ragione, alle ragioni della forza”.  Bisogna discriminare soltanto la discriminazione e bisogna quindi giocare e assumere un ruolo attivo all’interno della nostra nazione e nell’Unione, senza lasciare che questa venga data in mano agli arrivisti, ai populisti e gli anti europeisti che inneggiano a un modello sovranista, privo di fondamenta.

E’ dai principi fondamentali della Costituzione prende forma il lavoro che il sindacato svolge attivamente all’interno dello Stato. L’Italia è infatti una Repubblica fondata sul lavoro, lavoro che è il valore portante del sindacato, alla base del proprio operato, oggetto della sua difesa. Lavoro che rende capaci di scegliere, che colloca gli individui in una precisa dimensione, fondando lo Stato italiano sulla capacità di fare, sul motore della società e della nazione. Lavoro che conferisce dignità all’individuo, rendendolo parte motrice del sistema, contributo fondamentale all’identità della nazione, economica ma anche sociopolitica.

Il sindacato, la Fismic Confsal, in questo scenario di crisi, continua a stare dalla parte dei più deboli, includendo gli esclusi e salvaguardandoli da una società che vuole rilegarli all’ultimo posto. Il sindacato si fa portavoce, ancor più in questi anni in cui si è persa la strada maestra, di solidarietà, partecipazione, comunità, dando al singolo la voce di tutti e a tutti la voce del singolo, premiando il merito e l’impegno e coloro che creano occupazione sfidando l’innovazione tecnologica.

I “tempi moderni”, oggi, vedono un incremento di competizione e individualismi, nati da fragili professioni e labili identità che aumentano il peso di questa crisi protagonista del XXI secolo. Il sindacato vuole combattere questi tempi bui, alzando la propria voce e scendendo al fianco dei lavoratori, dimostrando che non è vecchio né morto. È il risultato di quello che era nel passato, è cambiato, cresce e si aggiorna, partendo dalla sua solida tradizione.

Il sindacato autonomo, come è quello della Fismic Confsal, può battersi e si batte, per quella che è la democrazia, unendo le richieste dei lavoratori e ascoltando le loro richieste, garantisce una partecipazione degli individui senza lasciarli in uno stato di non diritti.

“La soluzione a questa crisi di valori è dentro di noi, nel saper reagire senza eroismo ma con normalità mettendo in atto azioni positive, non tutto è negativo. Cresce infatti la voglia di associazionismo, il sindacato in questo deve giocare un ruolo da protagonista non cedendo alle facili scorciatoie dell’egoismo e dell’arrivismo, ma cercando di tutelare sempre i più deboli e coloro che hanno maggiore bisogno di aiuto. Rimettere in piedi la democrazia è un’operazione complicata ma indispensabile. Complicata perché richiede impegno e non passività” conclude Di Maulo.

Formazione, in arrivo i nuovi corsi

È giunto al termine il primo corso di formazione “Cassiopea” indetto dalla Fismic Confsal, che in un anno ha formato e arricchito i corsisti, con lezioni e simulazioni, dando inoltre loro la possibilità di intervenire all’assemblea nazionale del sindacato tenutasi a marzo. Il corso è stato fortemente voluto dal segretario generale nazionale Roberto Di Maulo, il quale ha voluto che lo affiancassero in questo percorso i formatori Giuseppe Lazzaro, Sara Rinaudo, Fabiana Agostini e Giorgio Ricucci. E proprio questa squadra ha constatato i grandi miglioramenti che nel corso di un anno ci sono stati. Dal “parlare in pubblico” alle nozioni assunte e in seguito dimostrate nelle simulazioni che hanno visto coinvolti i partecipanti al corso. Cassiopea, nel corso delle sue sessioni, ha visto trattare argomenti di genere politico, economico, sindacale, lezioni correlate da interventi di esperti, professori e sindacalisti. Il risultato è stato largamente positivo e ha visto realizzarsi uno degli obiettivi prefissati dalla Fismic Confsal: avere una squadra preparata. È infatti di grande importanza per il sindacato investire sulla preparazione e sulla formazione. La soddisfazione, infatti, è giunta da ambo le parti, sia dai formatori sia dai corsisti i quali hanno espresso di sentirsi più pronti e preparati nell’affrontare il proprio mestiere, dopo aver seguito in modo attento ogni lezione. La classe era formata in modo non omogeneo, con molte o diverse esperienze che hanno contribuito alla ricchezza del corso. La soddisfazione, infatti, è stata anche per la scelta dei “compagni di viaggio”, i quali si sono consegnati reciprocamente qualcosa, dalle esperienze al lato più umano.

La formazione, inoltre, continuerà non solo per i “primi” corsisti dell’anno 2018, ma è già in programma, la seconda edizione del corso che seguirà quella di “Cassiopea” nel 2019.

 

Articolo su ItaliaOggi del 30 ottobre
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