CORONAVIRUS: EUROPA, SERVE UNO SLANCIO UNITARIO
7 Aprile 2020
Coronavirus, Ferrari: “Back on Track” Messe in atto misure straordinarie per la sicurezza dei lavoratori
8 Aprile 2020

Roma, 8 Aprile. L’emergenza Covid-19 è, tutt’ora, un autentico banco di prova per il nostro paese e, in esso, per il nostro sistema produttivo e per le parti sociali.

Le aziende, infatti, devono dare dimostrazione di sapersi riorganizzare in tempi rapidi, in modo da garantire la tutela della salute e la continuità produttiva in un contesto estremamente complesso come è l’attuale mentre il sindacato, per parte sua, dovrebbe mostrarsi maturo ed in grado di porsi, concretamente, come soggetto capace di interloquire costruttivamente per contenere le eventuali criticità occupazionali, organizzative e produttive dovute al Coronavirus e ciò senza alcuna contrapposizione aprioristica.

Ad entrambi, come è noto, è richiesto un utilizzo intelligente (e veloce) di tutti quegli strumenti messi a disposizione dai contratti collettivi, dai provvedimenti approvati dal Governo ecc. avendo chiaro che essi sono strumenti che hanno, spesso, una natura (ed anche una finalità) differente e, proprio per questo, vanno applicati con la necessaria flessibilità (l’accesso semplificato) che il buon senso, oltre alle norme, consigliano.

Ciò che non è possibile è che, in questo quadro, ci possa essere, da entrambe le parti, chi continua ad approcciare la situazione attuale con gli stessi metodi di venti anni fa. Il paese, rispetto a venti anni fa è cambiato e, da tempo, anche il lavoro è cambiato costringendo tutti noi a trarne le debite conseguenze, per esempio, rispetto ai ruoli di ciascuno in una società moderna.

Dovremmo, infatti, essere capaci di comprendere che “Una mano sola non riesce a legare un pacchetto” e che, quindi, sono necessarie, da parte di tutti, forme di impegno etico – sociale a favore degli altri che devono potersi esprimere in sforzi attivi, tesi a venire incontro alle esigenze, ai disagi ed ai bisogni di chi ne ha necessità.

A nostro avviso, tuttavia, essere solidali vuol dire, non solo, condividere le idee di altri ma, anche, le responsabilità ben sapendo che la capacità di essere solidali non inizia da chi ci sta a fianco bensì da noi stessi.

Non ha, quindi, alcun senso costruire muri che, più di qualcuno, continua a voler erigere; occorre saper costruire ponti (per il dialogo) che consentano di capire le ragioni dell’altro senza avere alcuna opinione esagerata né dei propri meriti, né delle proprie possibilità.

 Possiamo incominciare a rifletterci insieme?

 

FISMIC CONFSAL ROMA


08042020_CFRoma Emergenza e solidarietà