Roma, 8 giugno 2020. Per affrontare la terribile pandemia che ha colpito il Paese, negli ultimi tre mesi sono stati realizzati centinaia di protocolli per il lavoro in sicurezza e tre decreti governativi. Ma mentre i protocolli nei luoghi di lavoro sono riusciti a garantire la ripresa in sicurezza, i tre decreti governativi pur spendendo 80 miliardi di euro, sono riusciti soltanto ad affrontare parzialmente la fase dell’emergenza e degli ammortizzatori sociali, mentre nessuno dei mali che affliggono i cittadini sono stati affrontati.
“Certo, la valanga di problemi era difficile da affrontare e bisogna riconoscere al Governo di aver agito nella prima fase in modo che può dirsi efficace stante la situazione. Ma molti dei provvedimenti assunti sono ispirati da una logica di finanziamenti a pioggia, senza operare su nessuna direttrice che faccia immaginare la ripresa, solo grazie ai massicci finanziamenti della BCE si è potuto evitare il tracollo economico” dichiara Roberto Di Maulo segretario generale Fismic Confsal che prosegue “Per fare qualche esempio di provvedimenti sbagliati basti pensare che 535 notai hanno percepito il bonus di 600 euro e migliaia di lavoratori precari e stagionali non hanno avuto niente e che i cassaintegrati delle PMI sono ancora senza nessun contributo dal mese di marzo”.
“Anche il cosiddetto decreto rilancio è rimasto ancorato a logiche emergenziali e il rischio di avere sprecato tante risorse in mille rivoli e in modo troppo spesso contraddittorio è enorme. Questo ritarda le prospettive di ripresa: sono stati incentivati monopattini cinesi e non è stato destinato niente alla filiera dell’Automotive; sono stati stanziati tre miliardi per Alitalia e non è stato destinato un euro a favore del settore dei trasporti esausto e inadeguato; vengono finanziati al 110% (??) i lavori di ristrutturazione delle case e vengono destinate solo briciole all’edilizia scolastica. Si potrebbe andare avanti citando le mille ingiustizie ed errori dei decreti governativi di emergenza (ricordiamo inoltre i contributi alle colf e badanti che vengono dati sia a quelle che hanno lavorato regolarmente che a quelle che hanno avuto sospeso il lavoro)” continua.
Ora, dopo i provvedimenti della Comunità Europea che dimostrano che le risorse europee messe a disposizione in modo solidale ai paesi maggiormente colpiti dalla pandemia ci sono, non è più tempo di provvedimenti a pioggia, ma di immettere nell’economia reale quelle risorse indispensabili per agganciare la ripresa. “A tal fine vanno convocate tutte le parti sociali senza nessuna esclusione per varare un piano choc che indirizzi verso lo sviluppo e l’occupazione” dichiara con forza Di Maulo.
“Tale piano – spiega Di Maulo – deve prevedere incentivi al mercato per fare ripartire le filiere produttive a partire dall’Automotive e dall’edilizia. Vanno finalmente superati realmente i vincoli burocratici che strozzano la ripartenza dei lavori infrastrutturali. Va utilizzato il fondo SURE per allungare i tempi della CIGO e il fondo MES per la rete sanitaria. Va realizzato un piano straordinario per l’occupazione stabile dei nostri giovani e un intervento speciale per il Sud. Vanno indirizzate risorse europee in questa direzione oltre che per la digitalizzazione e l’economia verde. Un’altra priorità è rappresentata dalla scuola in un paese che ha fatto ripartire prima bar e ristoranti e ha tenuto la scuola per ultima. Le risorse ci sono, le idee anche, serve il coraggio di rompere con la resistenza opposta al cambiamento da forze politiche e sindacali (per prima la Cgil) ancorate a logiche del passato e contrarie a ogni iniziativa di riforma strutturale del nostro Paese”.
“In questo quadro la Fismic Confsal ritiene interessante la svolta della Confindustria che sembrerebbe affrancarsi da logiche consociative che tanto danno. Riteniamo che sia arrivato il momento di operare scelte coraggiose e riformiste che traguardino una ripresa in tempi brevi senza la quale gli strati più deboli, soprattutto i giovani, ma non solo, pensiamo ai pensionati e alle donne e all’intero Sud del Paese, saranno destinati a un futuro senza prospettive” conclude.
VOLANTINO 08062020