Roma, 27 luglio. “In questo momento la politica è incapace di lungimiranza. Se si vuole uscire dalla crisi occorre mettere un freno ad assistenzialismo e sussidi a pioggia, è ora di politiche attive del lavoro efficaci per garantire la ripresa” dichiara il segretario generale Fismic Confsal Roberto Di Maulo a seguito delle anticipazioni delle riforme in discussione per il decreto Agosto.
In discussione ci sono interventi alle imprese, solo sei mesi di sgravio per i neoassunti e 3-4 mesi di decontribuzione per i dipendenti che vengono fatti rientrare dalla cassa integrazione. La pandemia ha messo a nudo non solo la farraginosità dei meccanismi, ma anche il sostanziale sbilanciamento verso l’assistenzialismo (Reddito di emergenza, bonus vari per non parlare del reddito di cittadinanza).
In previsione dell’audizione in Commissione Riforma Ammortizzatori Sociali con il ministro Catalfo, il segretario generale Roberto Di Maulo dichiara che “Il ministro Catalfo prosegue con annunci e manovre ‘tampone’ per l’emergenza lavoro, utilizzando risorse che potrebbero essere meglio indirizzate al fine di incentivare l’economia, il mercato e quindi il lavoro – continua Di Maulo. Questa miopia di visione rischia di avere ricadute distruttive per l’occupazione e lo sviluppo nel nostro Paese. Pensiamo invece a utilizzare le risorse per abbassare strutturalmente il costo del lavoro soprattutto per i giovani e per il Mezzogiorno”.
“Occorre uscire dalla mentalità dei sussidi a pioggia anche perché le risorse non sono infinite. I bonus erogati indistintamente a chi un lavoro lo ha rischiano di essere solo un peso sulla nostra economia, un costo che sarà pagato caro dai nostri giovani. Occorre infatti investire su servizi per il lavoro efficaci e funzionanti; investire su infrastrutture, tecnologia, ecosostenibilità e digitalizzazione, il tutto accompagnato da una formazione continua adeguata e tempestiva. Solo lungimiranza e una politica attiva del lavoro che esca dall’assistenzialismo possono essere la risposta non solo all’uscita dalla crisi, ma soprattutto un futuro prospero per le prossime generazioni”.