Con l’emergenza sanitaria da Covid- 19, da nove mesi si discute esclusivamente del virus che dilaga e delle relative restrizioni finalizzate a contenerne la diffusione, misure che la Fismic condivide appieno.
Contemporaneamente, non possiamo né nascondere né tacere che le scelte sbagliate dei gruppi dirigenti di Leonardo, che si sono succeduti negli ultimi anni, hanno depotenziato le competenze e le capacità di sviluppo del gruppo e dei singoli settori industriali (il fatturato di Leonardo è sceso da 18 miliardi di euro a circa 12 miliardi di euro). Tutti i dipendenti del Gruppo Leonardo conoscono gli effetti negativi dello scioglimento delle società e dello spacchettamento delle attività industriali in sette divisioni. Il potere assoluto sulla gestione è stato centralizzato a Piazzale Montegrappa, distante dal prodotto e dai clienti, è stata introdotta una burocrazia che non ha niente da invidiare ai cultori del pensiero unico, creando così sconcerto e disaffezione dei dipendenti, dei quadri e dei responsabili della gestione dei programmi nei singoli siti.
La burocrazia è una modalità grave che nutre i dirigenti incapaci di esercitare il proprio status (e potere) che attraverso la smodata introduzione di codicilli da rispettare e continue riunioni prive di contenuto che hanno comportato e comportano inefficienze ed aggravi di costi per le singole divisioni. A ciò si aggiunge l’invasione delle società di consulenza con contratti da milioni di euro.
A questa grave anomalia si aggiunge sia la mancanza di investimenti sullo sviluppo dei prodotti e della tecnologia previsti nei singoli piani budget (e nei bilanci del gruppo), ma sistematicamente non realizzate (fanno eccezione alcuni programmi sui quali si sono compiuti investimenti). Il ricambio generazionale dei dirigenti e dei lavoratori è necessario per stare al passo con l’evoluzione tecnologica fermo restando che venga effettuato a sostegno dello sviluppo delle attività industriali. Invece, abbiamo registrato un progressivo allontanamento di tutti i dirigenti capaci, esperti e specialisti dei singoli settori di attività sostituiti con personale esterno al gruppo, incapace di gestire società in cui è richiesto un alto livello di competenze sia sulla gestione che sulla conoscenza specialistica dei prodotti. Inoltre, è emerso che la maggioranza di questi dirigenti esterni provengono da società di consulenza che, una volta insediati, affidano contratti di consulenza alla società da cui provengono, con lauti guadagni.
Al Governo, Fismic nazionale chiede di introdurre regole di controllo sulla condotta degli amministratori di società pubbliche o con una partecipazione statale, che si arricchiscono depauperando il patrimonio industriale.
A coloro che si arricchiscono ai danni dello Stato e delle aziende deve essere confiscato il medesimo quantum di cui si sono arricchiti. Agli stessi va trattenuta l’indennità di liquidazione che spesso ammonta a decine di milioni di euro.
Invitiamo i lavoratori ad avere coraggio nel sostenere e nel denunciare tutte le scelte aziendali che creano danni al patrimonio industriale, dando forza alla Fismic e insieme faremo tutto il necessario per difendere l’industria e l’occupazione.
Roma, 16 Ottobre 2020
Segreteria Nazionale
Giovanni Contento