La manovra di bilancio 2021 si propone come una manovra espansiva ma, in quanto finanziata in larghissima parte in deficit con aggravio significativo sulle casse dello Stato, contiene interventi deboli, senza prospettiva di lungo periodo sulla crescita e sulla competitività del sistema industriale, tant’è che rimanda le principali scelte al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Ad avviso della CONFSAL manca dunque lo slancio riformatore per affrontare la crisi economica e sociale che incombe sui lavoratori, sui pensionati, sui disoccupati e colpisce drammaticamente i giovani, le donne e soprattutto le popolazioni del Mezzogiorno.
Nello specifico, la “manovra” rimane, in larga parte, attardata su interventi emergenziali, che non danno respiro all’economia in termini di rilancio e non vi è aggancio con la ripresa in tempi certi. Soprattutto in materia di lavoro continua a mancare sia un disegno organico per l’uscita dall’emergenza
sia il sostegno all’occupazione.
Lo Stato sta accumulando un forte ritardo sul fronte dell’intervento in materia di politiche attive del lavoro, tant’è che si rileva nella “manovra” un forte squilibrio tra le risorse destinate alle politiche attive del lavoro e le politiche passive del lavoro: soltanto 500 milioni di Euro sono stati riservati
alle “prime” rispetto invece alle decine di miliardi indirizzate alle “seconde”, nella forma ad esempio, della CIG e del reddito di cittadinanza. Uno squilibrio che il nostro Paese, allorquando termineranno il blocco dei licenziamenti e le misure messe in campo, rischia di pagare al caro prezzo di una pericolosa crisi sociale.
La CONFSAL pertanto ritiene che necessita puntare di più sulle politiche attive del lavoro e propone di introdurre il PREAVVISO ATTIVO al LICENZIAMENTO, misura oggetto di una proposta organica che prevede il coinvolgendo delle imprese, in concerto con le risorse pubbliche e con quelle private che operano sul territorio, nella qualificazione e nella ricollocazione dei lavoratori in esubero. Sempre in materia di lavoro, appare insufficiente la dotazione assegnata alle nuove competenze, necessarie per rispondere alla richiesta di figure professionali qualificate. E al riguardo la CONFSAL ritiene che sarebbe, in particolare, opportuno potenziare la formazione terziaria professionalizzante erogata dagli ITS, con il duplice obiettivo di attivare percorsi di qualificazione e di riqualificazione connessi all’industria 4.0. Sul PNRR la CONFSAL ritiene indispensabile che si avvii da subito un confronto con tutte le parti sociali, al fine di determinare in modo collaborativo gli indirizzi fondamentali di spesa delle numerose iniziative europee e per fare uscire così il continente dalla crisi. Sarebbe dunque indispensabile fare da subito richiesta dei fondi MES per fronteggiare la grave crisi sanitaria che attanaglia il nostro Paese.
Per quanto infine concerne il “ fisco”, la CONFSAL ritiene del tutto sbagliata la scelta di rinviare al 2022 e al 2023 la riforma del sistema fiscale, destinando così a questo scopo delle risorse che consideriamo largamente insufficienti. La CONFSAL quindi reputa che tale riforma debba prendere vita già dal 2021 e prevedere la fine della cosiddetta “tassa sulla povertà”, innalzando la NO TAX AREA e portandola ad un importo almeno pari a quello che nei disegni di legge è stato individuato come salario minimo.
Di seguito, un quadro sinottico contenente il testo contenuto nella Legge di Bilancio 2021
e le osservazioni puntuali della Confsal in merito ai vari contenuti.