Roma, 18 settembre. Ieri si sono concluse le operazioni di spoglio nello stabilimento Stellantis di Mirafiori Carrozzeria e in tutti gli stabilimenti italiani del gruppo Skf: la Fismic Fali Confsal è risultato il primo sindacato in entrambe le elezioni.
Chiamati al voto complessivamente circa 5.000 lavoratori, registrati voti validi per ben 4569 lavoratori con punte di partecipazione al voto di oltre il 90%. Le liste del sindacato autonomo hanno raccolto un consenso di 1793 voti, pari al 39,24%, eletti 32 RSU e RSA su un totale di 75 eleggibili, pari a una percentuale del 42,67%.
Si tratta di un risultato ancora più significativo se si considera che si è votato dopo un anno e mezzo di pandemia che ha stravolto i luoghi di lavoro e in presenza di una crisi di transizione del settore automotive e più in generale dell’industria manifatturiera. Inoltre, va rimarcato il fatto che in ambedue le società la Fali Fismic Confsal usciva dalle scorse elezioni già al primo posto e che riconfermare il successo è sempre un’operazione difficile.
Roberto Di Maulo, segretario Generale Fismic Confsal e anche Presidente del Fali Fismic Confsal dichiara: “Anzitutto vanno ringraziati i lavoratori che hanno dato in largo numero fiducia alle nostre liste, poi i candidati che ci hanno messo la faccia e che garantiscono ai lavoratori di ripagare la loro fiducia con un impegno costante nei prossimi tre anni difficilissimi nei luoghi di lavoro per tutelare le loro retribuzioni e diritti.”
“Va sottolineato che tale risultato – prosegue Di Maulo – impone una riflessione non superficiale. Skf e Stellantis sono sempre state un importante termometro dello stato di salute del sistema di relazioni sindacali del nostro Paese. Mirafiori in particolare è stato lo snodo di tutti i cambiamenti avvenuti nel corso degli ultimi 70 anni dalla rivolta di Piazza Statuto degli anni ‘60, all’autunno caldo, ai 35 giorni, la marcia dei 40.000, l’accordo separato e l’uscita dalla Confindustria della Fiat. Sono tutti avvenimenti che hanno segnato dei profondi cambiamenti nel sistema sociale del Paese e hanno visto sempre Mirafiori, Torino, il Pinerolese come centri motori di questi cambiamenti epocali. Il fatto che il sindacalismo autonomo continui a ricevere il consenso crescente da parte dei lavoratori dovrebbe fare riflettere anche il sindacalismo confederale classico circa la fine di un modello in voga nello scorso secolo, che aveva nella Cgil Cisl Uil il monopolio della rappresentanza dei lavoratori su sistemi contrattuali figli dell’epoca fordista e basati unicamente sulla contrattazione nazionale. Oggi i lavoratori, soprattutto i più giovani, sono profondamente lontani da quel modello massificante e danno sempre più fiducia a rappresentanti autonomi, moderni e in grado di contrattare efficacemente nei luoghi di lavoro con intelligenza, competenza e flessibilità.”
“Il successo continuo del sindacalismo autonomo e moderno richiede che si avvii una profonda riflessione sul modello di relazioni sindacali del nostro Paese. I lavoratori sono stanchi di un sindacato troppo legato alla politica e ai confronti (infruttuosi) a Palazzo Chigi e chiedono con forza che si ritorni a fare sindacato vero nei luoghi di lavoro, ad affrontare i temi odierni che sono quelli della salute e sicurezza, della tutela della professionalità e della difesa del lavoro e non più del posto di lavoro, attraverso la formazione continua, unica garanzia per trovare posti di lavoro. Questo chiedono oggi i lavoratori e vogliono un’offerta sindacale autonoma e in grado di assolvere efficacemente ai compiti complicati che la crisi pone loro ogni giorno” conclude.