MIMIT, Tavolo Automotive Emilia Romagna. Di Maulo (Fismic Confsal): “Iniziano a diradarsi le nebbie”
Roma, 13 giugno. Nel corso dell’incontro, appena conclusosi, tra il ministro Urso, l’azienda Stellantis, la Regione Emilia Romagna e le OO.SS, volto a esaminare le produzioni negli stabilimenti emiliani e nel Centro di ingegneria, l’Azienda ha fornito importanti rassicurazioni sul rilancio del marchio Maserati, sulla sua completa elettrificazione con il programma Folgore, sul mantenimento dell’ingegneria Maserati in Emilia e sull’avvio, nello storico stabilimento di Modena, di un centro per la personalizzazione di tutta la produzione italiana della Maserati. Si conferma, inoltre, il percorso di ricerca di partner industriali per lo stabilimento di Cento.
Infine, durante il Tavolo, Stellantis ha assicurato che l’avvio della produzione della 500 ibrida a Mirafiori e il prolungamento della Panda a Pomigliano, permettono anche, a fronte della legislazione europea corrente, di mantenere per lo stabilimento di Termoli la produzione di motori termici fin quando la nuova Gigafactory inizierà la produzione.
Il ministro Urso, su precisa domanda della Fismic Confsal, ha confermato che, stante il nuovo Piano industriale presentato da Stellantis che certifica la volontà dell’azienda di arrivare a produrre in Italia la fatidica cifra del milione di autoveicoli, sarà ormai possibile prevedere un incontro conclusivo che trovi tutti i partner, che hanno finora partecipato ai diversi tavoli Automotive, e che realizzi un accordo che impegni tutte le Parti al rilancio della produzione del settore. Tale incontro, presumibilmente, il Ministro Urso spera di poterlo realizzare entro il mese di luglio e, sempre presumibilmente, la sede sarà quella di Palazzo Chigi; locazione scelta per dare l’importanza necessaria al rilancio del settore Automotive.
“Abbiamo tanto lavorato – dichiara Roberto Di Maulo, segretario generale Fismic Confsal – e finalmente si cominciano a diradare le nebbie, nonostante il quadro internazionale, in particolare la legislazione europea, non offra ancora quell’auspicata nuova ridefinizione che rallenti la corsa sfrenata verso l’esclusività della motorizzazione elettrica e preveda, invece, una transizione più soft nei tempi e nei modi che consenta l’equivalenza delle diverse tecnologie esistenti per produrre automobili; cosa, questa, indispensabile per evitare che il divario sociale aumenti ancora a danno dei ceti più deboli.”