Tavolo Automotive al MIMIT – “Bene gli incentivi pluriennali, ora serve un piano straordinario di ammortizzatori sociali”
7 Agosto 2024

Giornata importante per il sito Marelli di Crevalcore: la chiusura della vertenza e il futuro di reindustrializzazione

Roma, 8 agosto. Si conclude oggi la vicenda, che ha mobilitato dal principio i sindacati, del sito Marelli di Crevalcore.
“Oggi segna una giornata significativa per il sito Marelli di Crevalcore, con la chiusura della vertenza iniziata nel settembre 2023, quando Marelli annunciò la vendita del sito. – dichiara Fabiana Agostini, segretario nazionale Fismic Confsal – Questo traguardo è stato raggiunto grazie al grande lavoro di squadra portato avanti dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, da Invitalia, dalla Regione Emilia-Romagna, dall’Area Metropolitana di Bologna, dal Comune di Crevalcore, dalla stessa Marelli, che ha garantito l’operazione, e da tutti i sindacati. Un ringraziamento particolare va ai lavoratori, che hanno lottato, tenuto duro e creduto nel progetto, sostenendo il vaglio di tutti i possibili acquirenti fino alla scelta finale di Tecnomeccanica.”
“Il piano di reindustrializzazione del sito di Crevalcore prevede un investimento totale di 17 milioni di euro: 10 milioni da parte di Tecnomeccanica e 7 milioni da parte di Invitalia. Questo progetto industriale ambizioso ha permesso di salvaguardare tutti i 229 posti di lavoro. Domani si terrà un incontro in Regione Emilia-Romagna per avviare un accordo di cassa integrazione che permetterà la formazione del personale. 152 lavoratori saranno trasferiti direttamente a Tecnomeccanica, con la garanzia dei diritti e dei trattamenti economici già acquisiti. Per gli altri lavoratori è stato previsto un piano sociale di incentivi volontari, che ha già preso avvio, insieme alla possibilità di trasferimenti ad altri siti di Marelli.”, continua Agostini.
“Consideriamo questa vertenza un grande esempio di collaborazione tra tutte le parti coinvolte, che hanno messo a fattor comune le migliori competenze. Speriamo che questo caso possa diventare una best practice per il sistema Italia e le nostre industrie, dimostrando che anche da una difficoltà per una azienda può nascere un’opportunità di sviluppo per un’altra, salvaguardando posti di lavoro e mantenendo l’industrializzazione e la specificità del territorio.”, conclude Agostini.