Nota resoconto Tavolo Stellantis presso il Mimit del 14 novembre 2024
Roma, 14 novembre 2024. Si è svolto presso il Mimit alla presenza del ministro Urso l’incontro relativo al Tavolo Stellantis.
I punti affrontati:
Stato di salute del settore Automotive in Italia e in Europa, ripercussioni della transizione digitale e la transizione alla sostenibilità ambientale
Il settore automotive in Italia e in Europa affronta una fase di trasformazione complessa, caratterizzata da sfide e opportunità. La transizione verso la mobilità elettrica è trainata da normative europee stringenti sulle emissioni e incentivi per veicoli a basse emissioni, ma i costi elevati della tecnologia e l’infrastruttura di ricarica insufficiente ostacolano una rapida diffusione. L’Italia, tradizionalmente forte nella produzione di auto di lusso e componentistica, è colpita dalla crisi globale dei semiconduttori e dalla competizione internazionale, che mettono a rischio la sua posizione competitiva. In Europa, i grandi produttori stanno investendo massicciamente nell’elettrificazione, ma l’incertezza economica e il calo della domanda interna rendono complesso mantenere una crescita stabile. Diversi produttori che affrontano questa crisi significativa e valutano misure drastiche. Volkswagen, uno dei principali gruppi europei, sta considerando la chiusura di tre stabilimenti in Germania per ridurre i costi e la riduzione del 10% della forza lavoro impiegata, segnando una svolta storica nella sua strategia. Altre case automobilistiche sono sotto pressione a causa del calo della domanda di veicoli elettrici e della crescente concorrenza internazionale. Inoltre, lo stabilimento Audi di Bruxelles rischia la chiusura dal primo gennaio prossimo, evidenziando l’incertezza che attraversa il settore. Anche Nissan ha chiuso due stabilimenti in Europa e la stessa Stellantis ha annunciato la chiusura di uno stabilimento negli USA. Si segnala che il gruppo Stellantis seppur in difficoltà oggettiva rispetto al contesto nazionale ed europeo ha assolutamente negato l’intenzione di chiusure di stabilimenti e/o licenziamenti collettivi sia in Italia che in Europa.
Nel complesso, il settore è in evoluzione, necessita di politiche di supporto mirate e straordinarie oltre che di investimenti per affrontare la transizione ecologica e digitale.
Effetti dei cambiamenti geopolitici
I cambiamenti geopolitici stanno influenzando significativamente le politiche industriali italiane ed europee nel settore automotive. Le tensioni internazionali, come il conflitto in Ucraina e le restrizioni commerciali con la Cina, hanno reso evidente la necessità di ridurre la dipendenza da fornitori esteri per materie prime critiche e componenti, come i semiconduttori. L’Europa sta promuovendo investimenti in catene di fornitura locali, rafforzando programmi come il Chips Act, mentre l’Italia cerca di tutelare la propria industria manifatturiera, in particolare nei settori strategici come quello della componentistica.
Parallelamente, l’ascesa della Cina come leader nell’elettrificazione e la competizione con produttori emergenti stanno spingendo l’Unione Europea a implementare politiche protezionistiche e incentivi per la transizione verde. Tuttavia, le differenze tra i paesi membri complicano la definizione di una strategia unitaria, con nazioni come l’Italia che si concentrano sul sostegno alla propria filiera e altre, come la Germania, che puntano sulla tecnologia di punta. Questi sviluppi evidenziano la crescente interconnessione tra politica industriale e dinamiche geopolitiche.
La vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti potrebbe influenzare il commercio globale e complicare i negoziati sul clima, riducendo la pressione internazionale per accelerare la transizione ecologica. In Europa, la Commissione continua a spingere il Green Deal, ma le imminenti revisioni legislative potrebbero tener conto delle difficoltà economiche e delle richieste di maggiore flessibilità da parte degli Stati membri. L’Italia intende chiedere modifiche alle normative europee sulle emissioni, ritenute troppo stringenti, proponendo un approccio più graduale per sostenere la competitività del settore automotive nazionale e proteggere l’occupazione; l’Italia sta proponendo di rinviare al 2026 quanto previsto per il 2025, che costringerebbe le aziende produttrici ad abbassare la produzione di auto con motore endotermico al fine di mantenere la quota di auto elettriche vendute al fine di evitare multe miliardarie (si stima che a produzione e mercato 2024 le case automobilistiche dovrebbero pagare dai 15 ai 17 miliardi di euro di multe).
Risorse a disposizione per il settore Automotive:
Il nuovo disegno di legge di bilancio riduce di 4,55 miliardi il Fondo automotive gestito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che serve a finanziare interventi fino al 2030. Rimangono solo 1,2 miliardi disponibili, tagliando l’80% dei fondi. Dal tavolo si evince che del taglio previsto nella legge di stabilità siano stati ripristinati solo 200 milioni di euro per il 2025, rispetto a un taglio di oltre 4,6 miliardi.
Il Ministero ha inoltre dato una informativa generale rispetto alla destinazione dei Fondi per la riqualificazione e riconversione che saranno declinati per tema:
Piano industriale Stellantis per l’Italia
Al tavolo l’azienda Stellantis ha tenuto a ribadire il piano industriale per l’Italia con la declinazione delle varie missioni produttive per stabilimento, confermando che non si intende procedere a licenziamenti collettivi. Rispetto a uno scenario di contesto completamente cambiato rispetto a 2022 e 2023, si procede con un piano strategico.
Torino – Oggi produce 500bev. La cassa integrazione c’è, perchè 500bev soffre mancanza degli incentivi a livello europeo. Arriva la produzione anche della 500 con motorizzazione ibrida nel 2025. Si continuano a produrre seppur in numeri molto ridotti Maserati Gran Cabrio e Gran Turismo. Per Maserati il problema non è il prodotto, ma marketing. Per Torino si continua a occupare personale nella produzione delle nuove trasmissioni e cambi, nella circular economy, nel battery hub e negli Enti Centrali. Procede inoltre il progetto del Green Campus.
Cassino – Oggi produce Stelvio, Giulia e Maserati Grecale. Mentre Grecale è un modello sul quale si punta anche nel futuro. Ci sarà una spinta alla parte commerciale e riorganizzazione del dipartimento commerciale del brand Maserati. Nuovo Stelvio arriva nel terzo quarter del 2025 e nuova Giulia nel secondo quarter 2026. Nuovo modello per una possibile versione ancora più grande del brand Alfa è in cantiere.
Atessa – sta producendo con successo. Si prevede anche che nel futuro una nuova generazione degli attuali modelli.
Pomigliano – Panda modello di successo. Si produce anche Alfa Romeo Tonale e Hornet. La panda continua la produzione almeno fino al 2029, grazie anche a introduzione Panda ibrida. C’è anche ancora da prendere decisione su nuovo modello su piattaforma small sul quale Pomigliano è preso in considerazione come stabilimento di destinazione. Potrebbe esserci una possibilità che si sta valutando.
Melfi – Jeep Compass termina secondo quarter 2025 e Renegade nell’ultimo quarter 2025. La nuova vettura D85 nel primo quarter 2025, nel terzo quarter la Jeep New Compass. Primo quarter 2026 nuovo D74, nel secondo quarter 2026 nuova Jeep Compass Ibrida e nel terzo quarter 2026 Lancia Gamma.
Stabilimenti Meccanica (Verrone, Mirafiori, Pratola serra e Termoli) continuano a produrre. Attenzione su Termoli sul quale c’è tavolo aperto con ACC. Sposando completamente l’elettrico occorre produrre batterie. Si ha bisogno di batterie competitive. ACC le sta studiando e presenteranno ad azionisti e clienti. Occorre tempo si attendono risposte in tempi brevi almeno nei i primi mesi del 2025.
Cento – continua missione produttiva motori marini. Create nuove motorizzazioni, una all’idrogeno e un’altra ibrida. Potrebbero esserci contatti con altre aziende interessate ad acquisire il sito e quel tipo di produzione.
Sulla domanda del rischio di sanzioni nel 2025, l’azienda Stellantis non ha al momento volumi di produzione di modelli ICE che potrebbero comportare il sanzionamento.
In generale, Stellantis per il piano Dare Forward 2030 ha previsto un piano di investimenti da 50mld a livello globale fino al 2030. Al momento in Italia sono stati spesi circa 6mld in questi primi 3 anni dell’inizio del piano.
CONCLUSIONI: a giudizio della FISMIC CONFSAL l’incontro è stato molto deludente, in particolare riguardo le risorse non più a disposizione del Piano Pluriennale per l’Automotive. Il taglio di 4,6 MLD operato e la scelta sciagurata di non varare un nuovo piano di incentivi lascia sul piatto degli investimenti solo 240 milioni di Euro, forse aumentabili a circa 500 milioni. Si tratta di risorse assolutamente insufficienti a gestire la transizione per l’elettrico e forse appena sufficienti a varare un piano straordinario per l’occupazione che finanzi il prolungamento degli ammortizzatori sociali del settore, sulla cui necessità ed urgenza finora il Governo non si è ancora pronunciato e che rischia di mettere in crisi migliaia di posti di lavoro, a partire dalla componentistica e dell’indotto.
È previsto un aggiornamento del tavolo per il 16 dicembre, a cui forse dovrebbe seguire un incontro finale a Palazzo Chigi, ma solo se ci fossero a quel punto le condizioni per siglare un accordo. Cosa questa che ci sembra assai improbabile.