Fismic, Confsal: StM assente all’intro a Palermo. Lavoratori ancora in stato di agitazione

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Fismic, Confsal: StM assente all’intro a Palermo. Lavoratori ancora in stato di agitazione

“Oggi è a rischio la credibilità dell’intero Board aziendale STM e questo assume un significato dal sapore molto amaro. Un significato opposto al messaggio che l’azienda lanciò ad azionisti e lavoratori nel 2022 al Capital Market Day. Tutte le previsioni rassicuranti e positive si sono rivelate errate su più fronti e dalle notizie che trapelano non si prevede nulla di buono per il prossimo futuro”. Lo affermano Vincenzo Cantone coordinatore Fismic STM e Segretario Territoriale Fismic Confsal Catania e Massimiliano Pistorio segretario territoriale Fismic Confsal Catania, che
hanno partecipato questa mattina all’audizione in terza commissione Attività Produttive all’Ars a proposito dei problemi di StM.

Un incontro poco produttivo in realtà, dal momento in cui l’azienda non era presente adducendo motivazioni di tempistica della convocazione. Sostengono di avere bisogno di almeno 3 settimane di preavviso e così il presidente Gaspare Vitrano si è impegnato a convocare di nuovo tutti tra 3 settimane. Intanto rimane lo stato di agitazione e la pressione sul governo nazionale.

“Le perdite pesanti di fatturato, trimestre su trimestre, che ancora sembrano inarrestabili, ci consegnano oggi un’azienda che annuncia la volontà di rimodulare la base produttiva, effettuando tagli sui costi e addirittura con l’ipotesi di chiusure temporanee di alcune linee produttive, attuando così un’importante politica di riduzione dei costi che potrebbe impattare tra i 2.000 e i 3.000 lavoratori. E poi ci sarebbe anche la volontà di mettere in campo una politica di prepensionamenti. Il tutto senza comunicazioni ufficiali alle organizzazioni sindacali. È chiaro che queste notizie rappresentano preoccupazioni non indifferenti.

A tutto questo – aggiungono i sindacalisti – la strategia del “China-for-China”, annunciata sempre recentemente da STM, può avere un impatto molto pericoloso per lo stabilimento catanese: da un lato, la scelta di produrre direttamente in Cina, per STM significa non perdere la domanda di quel mercato ed aprirsi a nuove opportunità, ma dall’altro penalizzerebbe la produzione europea in Francia, in Italia ed a Catania per quanto ci riguarda”.

Catania, 11 febbraio 2025