IL LAVORO RIPARTE DAL SUD

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Le basi: formazione e contratti di qualità
Il resoconto della manifestazione organizzata a Napoli il 1° maggio

Grande successo della manifestazione nazionale organizzata a Napoli dalla Confsal in occasione del 1° maggio. Una manifestazione che ha visto la partecipazione di più di 20mila persone, giunte da tutta Italia, in rappresentanza di tutte le federazioni del pubblico, del privato impiego e della sicurezza.

Insieme in Piazza del Plebiscito per celebrare la Giornata del lavoro. Tema: Il lavoro riparte dal Sud. L’accoglienza della città è stata calorosa, a cominciare dai saluti del primo cittadino di Napoli, Luigi De Magistris, che nel suo intervento di saluto ha ringraziato la Confsal per aver posto all’attenzione nazionale un tema prioritario per la crescita del Paese e per averlo fatto proprio a Napoli.

Un sindacato autonomo anche a misura dei giovani. La manifestazione infatti ha avuto inizio con le testimonianze di giovani, lavoratori e disoccupati, precari e studenti, di momenti musicali, seguite dall’intervento del sindaco di Napoli e dei segretari generali delle federazioni per arrivare alle conclusioni finali di Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale Confsal. Nel pomeriggio si è tenuto il concerto live, durante il quale si è arrivati a contare più di 30mila persone.

Un manifestazione per dare voce a chi non ce l’ha: i giovani che si affacciano al mondo del lavoro, i precari che chiedono stabilità lavorativa, gli over 60 che vorrebbero andare in pensione, ma spesso costretti a rimanere a lavoro per l’innalzamento dell’età pensionistica.

“Non siamo qui per recriminare su quello che non è stato fatto – ha dichiarato il segretario generale della Confsal, raccogliendo le istanze del sindaco partenopeo –, ma per essere propositivi e fattivi. Sono convinto che la crescita del Sud sia essenziale per la crescita del Paese. Il Mezzogiorno ha tante eccellenze ma deve recuperare il divario con il resto dell’economia italiana. Facendo appello a tutte le sue risorse, esso può e deve sviluppare una velocità di crescita di gran lunga superiore a quella nazionale. Deve correre! E così, non rappresenterebbe più un fattore di squilibrio ma un vero pilastro economico, un punto di forza del Sistema Paese”.

La Confsal ha preso l’impegno di collaborare, a fianco delle amministrazioni locali, a un Rinascimento legale del Sud, che parta dalla centralità dell’istruzione e, in particolare, dalla scuola. La Confsal si è anche impegnata su due versanti che sono la ragione di esistenza, oggi, dell’essere sindacato: la professionalizzazione dei lavoratori, puntando sulla leva della formazione (è stata lanciata da Napoli la Fabbrica delle competenze); e la contrattazione di qualità. In particolare, la confederazione autonoma vincolerà le associazioni datoriali firmatarie dei suoi contratti a espellere le aziende che non garantiscano rispetto, tutela e sicurezza dei propri lavoratori. Tutto questo, accogliendo, al contempo, le esigenze di produttività e di competitività delle imprese e contemperandole in quella che Margiotta ha chiamato la nuova “lobby del lavoro” al servizio della crescita del Paese.

 La Fismic Confsal presente in piazza con grandi numeri, oltre duemila i metalmeccanici Fismic arrivati da tutto il territorio nazionale in rappresentanza della categoria. “Siamo qui oggi per gridare con forza il nostro diritto sancito costituzionalmente di esistere, di contrattare, di essere soggetto politico sindacale, che non può essere messo in discussione da nessun testo unico, da nessuna pretesa di legge arbitraria ed antidemocratica. Questa piazza, piena di persone entusiaste, è la migliore garanzia che il pluralismo sindacale non può essere messo in discussione da pretese egemonie fuori dalla storia e che siamo noi, è questa piazza la garanzia di democrazia, civiltà e tutela reale dei diritti dei lavoratori” ha dichiarato il segretario generale Fismic Confsal Roberto Di Maulo.

La presenza in piazza di migliaia e migliaia di persone è la dimostrazione che c’è un’Italia che non si piega e non si rassegna, ma che vuole affermare con forza che bisogna rimettere la persona al centro e, non solo il denaro.

“Siamo qui per gridare con forze che si metta fine alla piaga del lavoro nero, dello sfruttamento, del precariato e soprattutto che ci siano garanzie di sicurezza sul lavoro e di tutela ambientale. Basta morti sul lavoro” dichiara con forza Di Maulo.

Il leader Fismic ha colto l’occasione per porre in evidenza i temi più importanti inerenti il lavoro dalla sicurezza, alla disoccupazione, precariato, economia ed infine al ruolo svolto dall’Europa. La Fismic Confsal ha piena consapevolezza che i dieci anni di crisi che abbiamo alle spalle hanno creato delle grandi diseguaglianze territoriali, generazionali e nella capacità di reddito di ciascuno. In questi 10 anni sono cambiati profondamente gli equilibri che esistevano tra continenti, Stati, ma anche all’interno dei singoli paesi. Pochi sono diventati più ricchi di allora, e una moltitudine ha visto diminuire il proprio potere d’acquisto e troppi addirittura sono entrati a fare parte della schiera dei poveri. Oggi al nord Italia gli occupati sono gli stessi di quelli che erano occupati nel 2007, mentre al sud ne mancano 600mila all’appello; rispetto al 2007 mancano 500mila occupati giovani fino a 34 anni, mentre gli ultrasessantenni sono cresciuti di un numero uguale, effetto perverso e congiunto della legge Fornero e di un invecchiamento generale della popolazione che ci pone per vecchiaia al secondo posto mondiale dopo il Giappone.

 “E’ diminuita, più in generale – spiega Di Maulo – l’equità sociale e sono stati messi a repentaglio quelle misure di welfare state che hanno da molti anni garantito ai ceti meno abbienti un’esistenza dignitosa e una cura da parte dello Stato nei momenti più critici della esistenza. Il nostro paese ha anche un altro grave deficit rispetto al resto d’Europa ed è costituito dalle incomprensibili alchimie dei nostri politici, vecchi e nuovi, ma tutti uguali nel fare prevalere i propri interessi di poltrona rispetto agli interessi generali dei cittadini. A breve saranno due mesi che l’Italia sarà senza governo nazionale e questo sta avvenendo mentre il paese reale avrebbe bisogno di una guida politica in grado di farci mantenere l’aggancio alla ripresa economica che coinvolge l’intero continente”.

“Noi, metalmeccanici – prosegue Di Maulo – quando ci siamo trovati di fronte a scelte complicate, abbiamo saputo scegliere la via della contrattazione per salvare decine di migliaia di posti di lavoro. Si chiamano Cassino, Sevel, Sofim di Foggia, ma soprattutto Melfi e Pomigliano i casi positivi di rinascita occupazionale ed industriale che sono avvenuti grazie al coraggio di quei lavoratori e del sindacato partecipativo e moderno che hanno accettato e vinto la sfida competitiva”.

 Tutto questo accade mentre l’Europa si avvia a vivere cambiamenti importanti. Si profila una nuova governance Macron – Merkel che guiderà il continente, mentre ci si avvia al termine della presidenza Draghi della banca centrale europea che potrebbe segnare la fine delle politiche finanziarie a sostegno delle economie nazionali e, soprattutto, si prepara l’appuntamento delle elezioni del parlamento europeo che ci saranno il prossimo anno.

Importante anche il messaggio del segretario generale della confederazione europea dei sindacati indipendenti (CESI) Klaus Heeger. Onorato di partecipare al grande evento, ha espresso l’impegno a livello europeo perché: “il lavoro è garante della dignità umana; il lavoro crea un legame tra la persona e la comunità; il lavoro è il primo diritto che noi sindacati dobbiamo difendere; il lavoro e l’occupazione sono un obiettivo maggiore anche per l’Unione Europea; perché il lavoro deve essere per tutti”. Proprio per questo, spiega Heeger rimarcando l’importanza dei giovani “l’Unione Europea, gli Stati membri, e le parti sociali devono investire nei loro giovani. Per impedire la perdita di una generazione. Lo dobbiamo fare per, e con i nostri giovani. Proprio qui in Italia la CESI ha fatto nascere la sua sezione ‘Giovani’ (CESI-Youth). Perché i giovani sindacalisti possano difendere gli interessi dei giovani lavoratori, e creare un ponte tra generazioni”.

Sul tema Europa, mettendo in evidenza le parole del segretario generale del CESI, Di Maulo richiama al cambiamento e al ritorno ai valori sociali di unione e inclusione: “L’Europa, pur con tutti i limiti mostrati dall’eccessivo rigore finanziario, ha costituito in questi anni un fattore crescente di stabilità per la nostra economia. Stabilità che è stata fondamentale perché’ ha permesso al nostro Paese di non venire sommerso dalla montagna del debito pubblico. Ora anche l’Europa deve cambiare registro e passare realmente dall’Europa dei banchieri all’Europa dei popoli, soprattutto se si vuole contrastare in positivo una immigrazione clandestina senza controllo che crea insicurezza nelle nostre città. Nella costruzione dell’Europa dei popoli, dei diritti, del welfare state equo e solidale, che non lascia indietro i più deboli, la Confsal si candida ad esserci con forza, offrendo il suo contributo alla confederazione europea dei sindacati indipendenti, che potrà accrescere il proprio peso politico nei confronti delle istituzioni europee anche grazie a manifestazioni di popolo come questa che aprono nuovi scenari e nuovi spazi nel panorama sindacale non solo nazionale, ma anche europeo”.

Il segretario Di Maulo ha concluso con un caloroso “Noi siamo l’Italia migliore” e che “servirebbe un rispetto rigoroso delle regole del gioco in grado di dare nuova linfa a quei valori che vengono calpestati ogni volta che un alunno offende e umilia un professore, ogni volta che un parente di un malato aggredisce un medico, un paramedico, un agente di pubblica sicurezza o un professore colpevole solo di fare il proprio dovere”.

Un ringraziamento è stato volto a tutti coloro che si sono messi in moto da ogni parte del Paese per fare grande Piazza del Plebiscito a Napoli, in una giornata importante che sarà storica.

 

Articolo su ItaliaOggi dell’8 maggio 2018
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