Roma, 24 marzo. “Nel momento in cui tutto il Paese è chiamato a fronteggiare una crisi senza precedenti, il sindacato ha operato per la tutela della salute dei lavoratori con grande efficacia, stipulando migliaia di accordi in tutto il Paese e imponendo alle aziende di abbandonare la logica del “profitto a tutti i costi”, garantendo che venissero prese quelle misure contenute nei protocolli governativi che assicurano che la continuità produttiva possa avvenire nel pieno rispetto della salvaguardia della salute dei lavoratori, a partire da un utilizzo esteso dello smart working che oggi interessa centinaia di migliaia di lavoratori” dichiara Roberto Di Maulo, segretario generale del sindacato autonomo dei metalmeccanici Fismic Confsal.
“Nelle aziende dove questo non è stato possibile abbiamo stipulato migliaia di accordi che prevedono delle fermate temporanee al fine di sanificare i luoghi di lavoro e di permettere modifiche all’organizzazione in grado di prevedere le distanze di almeno un metro, la chiusura degli spazi comuni e la sanificazione di tutti i locali. Ora, il nuovo decreto governativo impone la chiusura di gran parte dei luoghi produttivi fino al 3 aprile creando delle zone di confusione che disorientano i lavoratori, affidando ai prefetti delle competenze che non possono essere esercitate con efficacia” prosegue.
“La Fismic Confsal – continua Di Maulo – ritiene però che anche in questa fase debba prevalere il buonsenso e che si possa evitare il ricorso a forme di lotta che, stante il periodo drammatico, sarebbero sbagliate e incomprensibili. Le Rsu, Rls e Rsa debbono vigilare e chiamare in causale strutture preposte (Asl, Ispettorato del lavoro, forze dell’ordine) a verificare che ci siano le condizioni per operare e, se queste non rispettano gli standard di sicurezza della salute dei lavoratori quegli impianti debbono essere decretati non a norma e chiusi, e i lavoratori coperti automaticamente dagli ammortizzatori sociali e non messi in sciopero, comprimendo ulteriormente il reddito”.
“Il momento è drammatico e non occorre peggiorare ulteriormente il clima sociale oltre quello epidemiologico. Ci sono tutti gli strumenti per verificare che la continuità produttiva non avvenga a danno dei lavoratori, compresa la richiesta di sanificazione dei trasporti pubblici e la dotazione di strumenti di protezione individuale. Per questi motivi la Fismic Confsal ritiene sbagliata la decisione di alcune regioni di proclamare scioperi che non risolvono nessun problema anzi rischiano di acutizzare una situazione già drammatica e, la Fismic Confsal invita il Governo a chiarire le zone d’ombra lasciate dal decreto di domenica e chiede a tutte le forze sociali di contribuire, ciascuna per la sua parte, a continuare a dare il proprio contributo perché l’Italia esca da questa situazione drammatica potendo ripartire con efficacia e rapidità” conclude.